Page 7 - Ipertensione arteriosa
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Come si fa
la diagnosi
L’ipertensione è definita il
killer silenzioso per le sue
complicanze e per la scarsità e
aspecificità dei sintomi.
Per questo è fondamentale
controllarla periodicamente e fare una
diagnosi precoce, che avviene misurando la pressione
con un apposito strumento (sfigmomanometro).
Una singola misurazione non è però sufficiente per
fare diagnosi. Per avere una diagnosi certa bisogna
rivolgersi al proprio medico di famiglia.
Quando il medico valuta un paziente affetto da
ipertensione, in genere ricerca possibili cause di
ipertensione secondaria, e soprattutto stima il suo
rischio cardiovascolare globale in base alla presenza di
altri fattori di rischio (come colesterolo alto o diabete),
oppure di danno d’organo. Gli esami più comunemente
prescritti sono: elettrocardiogramma, ematochimici
con funzionalità renale, monitoraggio pressorio
ambulatoriale, ecocardiogramma, Doppler di tronchi
sovraortici ed esame del fondo dell’occhio.
Si trovano in commercio apparecchi automatici che
consentono l’automisurazione domiciliare, molto
utile perché, se effettuata in modo corretto e con
costanza, permette di tenere sotto controllo i valori
e diagnosticare tempestivamente la malattia. È però
consigliabile che l’automisurazione sia concordata
col medico curante, che l’apparecchio in uso sia
di validata efficacia e che periodicamente i risultati
siano confrontati con quelli rilevati dal medico. Per
misurare la pressione è necessario essere seduti da
almeno 5 minuti in posizione comoda e rilassata, con
l’avambraccio poggiato su un tavolo. Il bracciale dello
sfigmomanometro va posizionato sopra la piega del
gomito, senza stringere eccessivamente.
I momenti più propizi sono al risveglio o la sera.
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