Page 5 - Sindrome coronarica cronica
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limitazioni fisiche non riescono a eseguire uno sforzo
fisico sufficiente, questi test diagnostici possono
essere praticati anche con uno stress farmacologico.
Qualsiasi test provocativo può comportare un piccolo
rischio di eventi, che ti verranno ben illustrati prima
di farlo. Considera, però, che in un ambiente protetto
e con un’equipe esperta, il rischio sarà sicuramente
minore rispetto ai benefici che ne scaturiranno in
termini di diagnosi precoce e conseguenti scelte
terapeutiche.
Quando è indicata una
coronarografia?
Nel paziente già sottoposto a procedure di
rivascolarizzazione coronarica mediante angioplastica
con impianto di stent o by-pass aortocoronarico,
la coronarografia è indicata quando, nonostante
una terapia farmacologica ottimale, si osserva una
ricomparsa della angina da sforzo, soprattutto per
sforzi di lieve e moderata entità, e si ha un ragionevole
sospetto che ci possa essere un nuovo restringimento
dei vasi da trattare con rivascolarizzazione. È indicato
eseguire una coronarografia quando un test
di ischemia non invasivo dimostra la presenza o
la ricomparsa di estese aree di ischemia miocardica,
o esami strumentali come l’ecocardiogramma e
l’ECG holter delle 24 ore dimostrano una disfunzione
ventricolare sinistra o aritmie ad alto rischio clinico.
La coronarografia quindi, non solo consente di
confermare la diagnosi, ma soprattutto di identificare
e trattare, mediante l’angioplastica, i restringimenti
(stenosi) dei vasi, sia precedentemente sani sia già
trattati. In caso di impossibilità tecnica ad eseguire una
angioplastica, potrà essere preso in considerazione
un intervento di rivascolarizzazione cardiochirurgico
mediante by-pass aortocoronarico.
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