Page 12 - Il trapianto cardiaco
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6. L’ospite gradito







        Il trapianto  cardiaco  Come per tutti i trapianti è fondamentale
                la tolleranza immunitaria da parte del
                ricevente per il cuore “donato”. Se questa
                non ci fosse si realizzerebbe il rigetto
                dell’organo trapiantato. Il nostro sistema
                immunitario riconosce come estraneo il
                cuore donato da un’altra persona e tende
                ad attaccarlo. Il rigetto può presentarsi con
                un’ampia gamma di manifestazioni cliniche
                che vanno da segni e sintomi sfumati
                (febbricola, astenia, modificazione della
                frequenza cardiaca, ipotensione, aumento
                del peso corporeo), fino a gravi stati di
                Scompenso Cardiaco. Questa condizione,
                che causa un malfunzionamento del
                cuore trapiantato, deve essere annullata
                o mitigata mediante una terapia che
                sopprima la risposta immunitaria. La terapia
                immunosoppressiva è costituita da un
                insieme di due/tre farmaci che dovranno
                essere assunti con precisione, costanza
                e puntualità. Questo tipo di terapia dovrà
                essere sempre modulata nel tempo
                e personalizzata in base alle esigenze
                cliniche del paziente e alla presenza di
                altre patologie. Come per tutti i farmaci,
                bisognerà considerare gli effetti collaterali e
                indesiderati, in modo da ottenere l’assenza
                del rigetto associata alla minimizzazione
        Utilizza il servizio “L’Esperto Risponde”: www.periltuocuore.it/espertorisponde  immunosoppressori possono determinare
                dei danni che queste terapie possono
                provocare nel tempo ai pazienti. I farmaci

                delle complicanze sulla crasi ematica e
                sulla funzionalità renale ed epatica.
                Una immunosoppressione troppo “spinta”,
                oltre agli effetti collaterali citati, potrebbe

                alle infezioni e alle neoplasie.
             12 rendere il paziente più vulnerabile
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