Page 3 - Il trapianto cardiaco
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I pazienti affetti da IC, che non
rispondono e diventano refrattari
alle terapie convenzionali, possono
essere candidati a una terapia
cosiddetta sostitutiva, ovvero
al trapianto di cuore o all’impianto
di un LVAD (Sistema di assistenza
ventricolare). Il trapianto cardiaco
è, a oggi, il trattamento di scelta per
lo Scompenso Cardiaco avanzato e refrattario
alle cure mediche; è un intervento chirurgico
ormai consolidato che presenta ottimi risultati di
sopravvivenza. Ma cosa vuole dire sostituire un cuore
che non funziona bene con un organo perfettamente
funzionante? Lo vedremo considerando alcuni punti.
1. Uno per tutti…
Bisogna rendersi conto che l’organo da trapiantare,
a differenza di una protesi (come per esempio una protesi
valvolare), non può venire prodotto, fabbricato.
La possibilità di effettuare un trapianto cardiaco dipende
dalla possibilità che ci sia un donatore e che il cuore
del donatore sia un organo sano e compatibile con il
paziente che dovrà riceverlo. Infatti le caratteristiche
di un donatore non sono sempre abbinabili a quelle di
tutti i pazienti in attesa del trapianto e l’attesa in lista è
variabile da paziente a paziente, a causa di incompatibilità
del donatore, per differenze di gruppo sanguigno o per
importante differenza di costituzione fisica rispetto al
ricevente. Ancora oggi, il numero di donatori è, purtroppo,
parecchio inferiore rispetto ai pazienti che aspettano
la possibilità di questo intervento e sono molto lunghi
i tempi di attesa, perché sono molti i pazienti urgenti e
in imminente pericolo di vita che hanno la precedenza
rispetto ai pazienti più stabili. Ne consegue che la
mortalità dei pazienti in lista è molto alta, raggiungendo
il 7% annuo, ed è necessario promuovere campagne
di sensibilizzazione alla donazione per poter offrire
una maggiore possibilità di sopravvivenza a pazienti
drammaticamente segnati dall’inesorabile decadimento
della funzionalità del proprio cuore.
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Per maggiori informazioni: www.periltuocuore.it

